Perché si configuri il mobbing occorre la prova del disegno persecutorio, ma il datore di lavoro può evitare la condanna risarcitoria se fornisce una spiegazione ragionevole al suo comportamento.

28-03-2012 17:15 -

La ricorrenza di un´ipotesi di condotta mobbizzante andrà esclusa quante volte la valutazione complessiva dell´insieme di circostanze addotte (ed accertate nella loro materialità), pur se idonea a palesare, singulatim, elementi od episodi di conflitto sul luogo di lavoro, non consenta di individuare, secondo un giudizio di ordinaria verosimiglianza, il carattere esorbitante ed unitariamente persecutorio e discriminante nei confronti del singolo del complesso delle condotte poste in essere sul luogo di lavoro.
E´ in primo luogo necessaria, quindi, che sia fornita la prova dell´esistenza di un sovrastante disegno persecutorio, tale da piegare alla sue dominanti finalità i singoli atti cui viene riferito.
D´altra parte, determinati comportamenti non possono essere qualificati come costitutivi di mobbing, ai fini della pronuncia risarcitoria richiesta, se può emergere che vi è una ragionevole ed alternativa spiegazione al comportamento datoriale.


Fonte: Consiglio di Stato, sentenza n°856/2012